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Anti-Fraud Knowledge Centre

Costruzione di impianti portuali

Indicatori di rischio

Gli indicatori e i segnali di frode che hanno fatto sorgere i sospetti sono stati i seguenti:                                                                                     

  1. possibile inflazione dei costi del progetto e importi dubbi, in particolare per quanto riguarda i quantitativi e il prezzo unitario dei materiali da costruzione forniti per i lavori;
  2. ritardi nel progetto, che hanno portato all'erosione della struttura da parte dell'acqua di mare, nonché il fatto che il progetto fosse ben superiore al bilancio;
  3. la decisione di approvvigionarsi dei materiali da costruzione da una cava lontana lasciava presagire possibili irregolarità.

Descrizione della tipologia di frode

L'importo massimo delle spese ammissibili era stato fissato a 450 milioni di EUR, mentre l'importo massimo dell'assistenza a titolo del Fondo di coesione era stato fissato a 247,5 milioni di EUR (55 % della spesa ammissibile).

Le irregolarità e le frodi commesse si sono verificate nella fase di gara, in quella di aggiudicazione del progetto e nella successiva esecuzione del contratto. Si sospettava che il bilancio per l'acquisto dei materiali da costruzione fosse fraudolento, in quanto alcuni dei materiali erano stati ottenuti da un contraente in assenza di pagamento. Non era stato inoltre possibile determinare le quantità di materiale necessarie. Si è sospettato inoltre che il prezzo dei materiali da costruzione fosse stato gonfiato.

La frode relativa al progetto è stata commessa mediante:

  1. il rilascio di dichiarazioni false nei documenti giustificativi riguardanti l'origine, la quantità e il prezzo dei materiali forniti per l'opera. L'accusa formulata nei confronti del beneficiario implicava che quest'ultimo, durante la fase di aggiudicazione, avesse agito in concorso con l'impresa edile aggiudicataria dell'appalto per attuare un uso improprio di fondi pubblici. Gli aggiudicatari avevano determinato il valore dei materiali da costruzione in modo fuorviante (sopravvalutando i materiali utilizzati), il che li avrebbe obbligati a simulare delle spese;
  2. i certificati di lavoro rilasciati e approvati dal beneficiario non corrispondevano ai lavori effettivamente eseguiti;
  3. si è verificata una mancanza di controllo nel monitoraggio dei lavori (assistenza tecnica alla gestione e all'esecuzione dei lavori).

Come è stata individuata la frode

Sono stati effettuati controlli in loco presso diverse parti interessate principali, tra cui il beneficiario, il contraente incaricato dei lavori e i subappaltatori, compresi i fornitori dei materiali utilizzati e le società che avevano trasportato i materiali. L'OLAF ha condotto la propria indagine analizzando tutta la documentazione relativa all'aggiudicazione del progetto e alla successiva attuazione. Diverse analisi sono state condotte dall'unità Analisi operativa e informatica forense dell'OLAF congiuntamente all'autorità di gestione nazionale.

La documentazione è stata fornita agli investigatori dall'autorità di gestione nazionale e raccolta durante i numerosi controlli in loco effettuati presso il beneficiario, il contraente, i fornitori di materiali e le loro società di trasporto.

L'indagine dell'OLAF è durata tre anni e mezzo. In ragione della gravità delle irregolarità rilevate, l'OLAF ha chiesto alle autorità nazionali di revocare tutti gli importi dichiarati ammissibili (ossia
530 milioni di EUR) dal beneficiario (autorità portuale) e di recuperare l'intero importo (198 milioni di EUR) già versato dal Fondo di coesione. L'OLAF ha chiesto alla DG REGIO di bloccare la liquidazione finale degli aiuti non ancora corrisposti (49,5 milioni di EUR), e ha chiesto alle autorità giudiziarie nazionali di verificare se i fatti potessero costituire una frode a danno del bilancio dell'UE in base a quanto previsto dal codice penale nazionale.

Per quanto riguarda il procedimento dinanzi all'organo giurisdizionale nazionale centrale, quattro anni dopo la conclusione dell'indagine dell'OLAF vi era un ricorso pendente contro l'"ordinanza" del giudice istruttore. Il ricorso pendente contro tale ordinanza si è concluso quando la sezione penale ha stabilito che vi erano "prove sufficienti" per chiedere il rinvio a giudizio. Tuttavia ad oggi nessuno è stato condannato nel contesto di tale procedimento e l'aiuto versato al beneficiario non è stato recuperato. La DG REGIO ha sospeso la liquidazione finale degli aiuti non ancora corrisposti (49,5 milioni di EUR). Le azioni di follow-up intraprese in seguito al presente caso di frode sono ancora in corso.

Difficoltà incontrate

Questo caso di frode costituisce un esempio di mancata cooperazione con l'OLAF. Nel corso dell'indagine, ai funzionari dell'OLAF è stato negato l'accesso a documenti contabili e fiscali del contraente incaricato dell'esecuzione dei lavori. Tale rifiuto ha impedito all'OLAF di analizzare aspetti specifici della contabilità del progetto. Per gli investigatori è stato impossibile determinare i quantitativi esatti di materiali utilizzati durante la costruzione rispetto a quanto previsto dalle specifiche tecniche.

Carenze individuate

Il fatto che nel bilancio iniziale non si fosse tenuto conto degli ostacoli all'approvvigionamento di materie prime e quindi si fosse sottovalutato questo aspetto del progetto costituisce una carenza dell'autorità portuale e porta a chiedersi se occorra fare di più per garantire che i beneficiari definiscano i bilanci dei rispettivi progetti in maniera adeguata prima di ricevere finanziamenti del Fondo di coesione. I sistemi di gestione e di controllo sono stati dunque interessati da gravi carenze e non sono stati sufficienti a garantire la legalità, la regolarità e l'ammissibilità delle spese per le quali è stato chiesto il cofinanziamento del Fondo di coesione.

26 MARZO 2021
Port Facility Construction Case IT